tEATRO di l i m o s a
Immagini e visioni tra archeologia, natura, poesia, musica, teatro, danza
>percorsi turistico-culturali per residenze in vacanza-studio & stage
01#off >il teatro dei 'segni sull'erba' | 02#off >la cena di 'Covello servo buffo'
03#off >la musica popolare della 'Luna Janara' | 04#off >la danza dei fiori di pietra
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project hORMIAI teatro di limosa | in collaborazione con Opera Prima teatro
segni sull’erba
dei dialoghi della terra e della luna
Dell’arte e della necessità
Di rallentare
Per fermarsi a guardare il cielo
Un percorso sentimentale, di sapori occhi parole...
un evento itinerante nella casa dei teatri di Limosa,
in prati, boschetti, angoli nascosti sotto le stelle.
Un viaggio fantastico accompagnati da Agnese,
guida-narratore alla scoperta di visioni ancestrali. Perché...
Tu sei come una terra | che nessuno ha mai detto.
Tu non attendi nulla | se non la parola | che sgorgherà dal fondo
come un frutto tra i rami.
Anche tu sei collina | e sentiero di sassi | e gioco nei canneti, e conosci la vigna
che di notte tace. | Tu non dici parole.
Ritroverai le nubi | e il canneto, e le voci | come un'ombra di luna.
Ritroverai parole | oltre la vita breve | e notturna dei giochi,
oltre l'infanzia accesa. | Sarà dolce tacere.
Sei la terra e la vigna. | Un acceso silenzio | brucerà la campagna
come i falò la sera.
Cesare Pavese
Dove A Limosa, seducente dimora d’un casale povero di campagna immerso nel verde, ai piedi del Fammera, luogo di storica memoria e regno di romantiche leggende, residenza d'arte e terra dell’antica Ausona e poi Terra di lavoro, dove la storia è di ogni dove...
Week dal sabato alla domenica
Partecipanti Minimo\max 3 coppie di partecipanti
Dove: spigno saturnia (Latina)
Programma
h. 17 | Arrivo & drink di benvenuto con la Promessa, vino passito di Terra delle ginestre, dolci secchi, pasta di mandorle, marzolina spignese, miele, mostarde di frutta degli Ausoni
h. 19 | i percorsi dei segni sull’Erba per ritrovare le parole, le nubi, il canneto e le voci che sgorgheranno come frutti dai rami, come un’ombra di luna
h. 21 | 7 portate con stuzzichini di fritturina di paranza, laina e ceci, tagliatelle a mano con vongole e asparagi campestri, filetti di scorfano all’acqua pazza, zeppolone ovvero tortino di verdure di campo, ovoline farcite di bufala campana, crostata ai fichi d’India, vini di Terra delle ginestre, acqua di Suio
h. 00 | favole alla luna prima di dormire, sotto la doccia, l’Agnese vi racconterà una fiaba per ‘adulti’
h. 9 | primogiornoprimoamore con spremute d’agrumi e crostate farcite, caffè e altro ancora | prima colazione in compagnia della fotogallery ‘sotto-sale’, scatti d’autore del vostro soggiorno a Limosa: immagini in cartolina conservate ‘sotto sale’
Per 3 coppie, a persona, tutto compreso: €.148,00
Contact: +39 339.3679869 | hormiaiteatro@gmail.com
Disponibilità| da settembre a ottobre | da marzo a giugno
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project hORMIAI teatro di limosa | in collaborazione con Opera Prima teatro
Covello dei Borboni, servo buffo!
I Borboni e Il Teatro della Corte tra ‘700 e ‘800
Ai vicerè di Spagna piacevano gli spettacoli teatrali, ma per questione di decoro dell’epoca non potevano recarsi nei teatri pubblici. Sotto i vicerè conte di Lemos, duca d'Alba, conte di Monterey, furono rappresentate farse e commedie in spagnolo,
in italiano e in napoletano. Ogni lunedì al Palazzo Reale di Napoli vi era una diversa rappresentazione teatrale che destava ammirazione, oltre che per la bravura degli attori anche <<per i sollazzevoli intermedi e le macchine giranti>>. Nel 1631 fu rappresentata per la prima volta a Napoli una commedia in musica, nel locale a piano terra adibito «per giuoco della palla». I migliori attori del tempi calcarono il palcoscenico del teatro di corte, e quasi tutte le maschere napoletane con a capo Pulcinella,Tartaglia e Coviello.
Una tradizione che avanzerà negli anni a seguire, più volte interrotta e ripresa fino ai nostri giorni... E sarà proprio la maschera di ‘Coviello’ a riproporci, nel piccolo teatro di Limosa, temi e lazzi di quel periodo...
L'episodio che sancì la vittoria dei garibaldini e quindi dei Savoia nel Regno delle Due Sicilie fu la famigerata Battaglia del Volturno combattuta il 1° ottobre 1860, la definitiva cacciata dei Borbone avvenne in seguito all'assedio di Gaeta da parte
dell'esercito piemontese. Questo è l’evento ispiratore della performance con maschera di cuoio e musica dal vivo dal titolo Covello dei Borboni.
Covello servo buffo
presta servizio alla corte di Re Ferdinando e della regina Tetella. Li segue nei loro spostamenti tra Napoli, Caserta e Gaeta. In uno degli ultimi viaggi di Re Ferdinando a Gaeta, Covello innamoratosi di una bella gaetana, decide di stabilirvisi. Dopo alcuni anni vissuti nell’incanto della cittadina, lontano dal fasto della corte reale, si ritrova a prestare nuovamente servizio alla corte dei Borboni. Il suo nuovo Re è il figlio di Ferdinando, Re Francesco II, il quale avrà la sventura di vivere in prima persona la gloriosa fine di un Regno e la nascita dell’Unità d’Italia.
Come altri personaggi, ben più importanti di lui, anche il servo Covello si troverà davanti un bivio: abbracciare il nuovo corso della storia, o rimanere fedele al suo re?
Una irridente sardonica e popolare messinscena “comica” su uno dei fatti salienti della nostra storia, attraverso la voce arcaica di una delle maschere più note della Commedia dell’arte di area meridionale...
Spettacolo + Cena borbonica per min. 25 commensali €. 35,00 a persona
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project hORMIAI teatro di limosa
luna Janara
Vacanze-studio di Organetto e Tammorra | stage in residenza
A Spigno Saturnia, nella casa-teatro di Limosa country house due seminari sugli strumenti della musica popolare tradizionale: Organetto con Alessandro
d’Alessandro e Tammorra con Valentina Ferraiuolo.
Il laboratorio –inserito in una sorta di vacanza-studio- consentirà ai partecipanti di effettuare un “viaggio” nella musica popolare dell’Italia Centrale e Meridionale.
A completare la vacanza-studio, sarà possibile effettuare anche degustazioni di prodotti tipici, visite ed escursioni ai borghi ed ai siti archeologici della Riviera d’Ulisse (Formia, Gaeta, Sperlonga).
la Tammorra
La Tammorra o Tammurro è' lo strumento principe della tradizione campana. Vanta origini antichissime; infatti è già conosciuto presso i Fenici e l'antica Grecia, denominato tympanon; presso i Romani è conosciuto come timpanum. Nel Medio Evo viene utilizzato per scandire il ritmo durante i balli a Corte. Nel Rinascimento viene raffigurato nelle mani di "angeli musicanti", in dipinti , tarsie e composizioni marmoree. Il progenitore della "tammorra" veniva anticamente chiamato "Cembalo". Costituito da un telaio circolare in legno, ricoperto da una pelle animale ben tesa (capra o pecora).
Se la pelle non e tesa bene basta avvicinare la tammora da una fonte di calore.
Il diametro varia dai 30 ai 60 centimetri. L'asse di legno che compone il cerchio (cornice) può arrivare fino a 15 cm.di altezza ed è bucato tutt'intorno da nicchie rettangolari dove vengono collocati i sonagli di latta, detti "ciceri, cimbali o sonagli". Si suona impugnando dal basso l'asse del tamburo con la mano sinistra, mentre la pelle viene percossa dal palmo e dalle dita dell'altra mano. La tammorra accompagna sia il canto che il ballo tradizionale ed è usata da sola o con altri strumenti a percussione.
Questo strumento viene sovente abbellito con motivi floreali dipinti lungo la cornice ed anche con l'aggiunta di nastrini colorati.
l’Organetto
Il primo strumento a mantice di cui si ha notizia certa risale al 1829, anno in cui il costruttore di strumenti musicali Cyrillus Demian ottiene, a Vienna, un regio brevetto per un originale organetto in grado di ottenere fino a quattro accordi (da qui il nome di acoordion). Il mese successivo Sir Charles Wheatstone brevetta a Londra la concertina, il primo strumento in grado di produrre suoni singoli (unitonici). Se la concertina si diffonde nelle osterie e tra i marinai della Gran Bretagna, I'accordion e gli strumenti che ne derivano trovano ammiratori nei paesi dell'Europa centrale.
I due strumenti diventano presto una sorta di simbolo delle classi povere, usati essenzialmente in manifestazioni fololoristiche e popolari. Per un certo periodo vengono addirittura contrapposti al pianoforte, simbolo dell'aristocrazia e della borghesia. Il pianoforte è complesso e costoso; per suonarlo occorrono lunghi studi; i compositori appartengono alla classe colta. L'acoordion e la concertina invece, sono semplici ed immediati; chiunque li può' suonare. Non a caso uno dei primi manuali per accordion, pubblicato a Vienna nel 1836, e consigliato anche a chi non ha conoscenze musicali (Onhe musikalichen vorkenntuisse). Inoltre, le ragioni di questa tendenza naturale vanno ricercate nelle caratteristiche delle fisarmoniche diatoniche: basso costo, scarso peso e la totale assenza di manutenzione. Dal punto di vista musicale l'organetto con una fila di bottoni (melodeon) era il primo vero strumento da "uomo-orchestra", cioè permetteva di cantare e suonare contemporaneamente.
In Italia la prima fabbrica di "accordion" viene fondata nel 1863 da Paolo Soprani, a Castelfidardo in provincia di Ancona (Marche). Lo strumento, nel nostro Paese viene denominato "armonica" e successivamente "fisarmonica", ma il nome più comunemente utilizzato è quello, dialettale, di "organetto". Questo nome resterà poi ad indicare lo strumento diatonico, nell’uso tradizionale, fino ai nostri giorni.
Tipologia vacanza-studio solo per turisti esteri della C.E. (gruppi di 8 persone)
per Organetto o Tammorra) \ sistemazione in camere doppie e quadruple
Ospitalità 7 giorni (6 notti) nella casa-teatro di Limosa
Quando da aprile a settembre
Comprende studio di uno strumento + pernottamento + colazione\pranzo\cena
Non-comprende escursioni
Costo €.450,00 (a persona, tutto compreso, escluse eventuali commissioni)
Info hormiaiteatromail.com | 339.3679869
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project hORMIAI teatro di limosa
MOUSÊION
fiori di pietre e pelle d'immagini
Campus internazionale di danza
Immagini e visioni tra archeologia, arte, natura e teatro-danza
agosto | Area archeologica Villa di Mamurra e parco di Giànola
I luoghi
La presenza sul territorio di un ricco patrimonio artistico, monumentale e archeologico, offre immediati spunti per una ricerca finalizzata alla fruizione di particolari luoghi ed alla scoperta (o riscoperta) di "percorsi antichi" spesso cancellati dalla memoria, con l'obiettivo di realizzare iniziative in aree del territorio regionale meno sviluppate anche sotto l'aspetto turistico-culturale.
Il Progetto
Il sito prescelto (la villa di Mamurra all’interno del Parco di Giànola) ospiterà un Campus internazionale di Danza che sarà -al tempo stesso- laboratorio teorico-pratico di perfezionamento e costruzione di interventi in danza attraverso un dialogo con il luogo e con le presenze archeologiche ivi presenti.
Il campus realizzerà anche un reportage fotografico che farà ‘vedere’ questi luoghi con occhi nuovi e in altra luce, preservando i segni della loro storia, la ‘bellezza delle rughe’, l’eco di un’estetica del ‘residuo’ o il ricordo di una ‘marginalità’ (in quanto luoghi recuperati).
Perché un campus
L'uomo dall' alba dei tempi, danza. Danza per esigenza innata, istintuale. Il gioire “fa saltare”. Soffrire “conchiude” il corpo.
Il muoversi-danzare ha un suo “archè”… echi lontani sussurranti in danza. Fruscii velati di vestali attorno ad un fuoco, ghirlande di passi in figurazioni a cerchio per una cerimonia sacra... riecheggiano ancora dove, millenni orsono, si camminava... e si danzava, testimone il Tirreno ed una villa a pianta ottagonale.
Sciabordii di onde cantilenanti, brezze che scompigliano pepli, tracce di calzari impresse nella polvere di secoli... riaffiorano impalpabili solo quando sono gli occhi della memoria a scrutare ruderi silenti. Come se la ‘verità’ fosse rintracciabile nel vivo delle pietre…: (…) attendono che la luce si sia fatta nei nostri occhi per vederli… Attendono e si stupiscono di essere qui da tanto tempo, inutili. (…) un piede nudo che non si dimentica, una mano purissima, un ginocchio piegato in cui si raccoglie tutta la velocità, un torso che nessun volto ci impedisce di amare (…): qui è tutto l’uomo… Il suo disegno si afferma sin in fondo nella rovina delle cose. (M. Yourcenar)
Il Laboratorio
Un laboratorio di specializzazione per min. 10 allievi diplomati in danza classica, provenienti dall’ Italia e dall’Europa, che alterneranno alle lezioni ‘teoriche’ (presso la residenza teatrale di Limosa – Spigno Saturnia) lezioni e performances sul campo, presso l’area archeologica di Giànola (parco riviera d’Ulisse).
Il laboratorio intende introdurre i partecipanti ai criteri e ai metodi del “teatro come luogo”, relativo alla creazione di lavori di teatro-danza a partire dai caratteri specifici dei siti archeologici e delle aree naturalistiche.
Questi ‘luoghi non-luoghi’ sono assunti non come “scenografie” per azioni preparate altrove, ma come veri e propri “testi”.
L’approccio alla danza è di tipo "ar-Cheologico" vale a dire di ricerca di "un'arché" nel lavoro del corpo/danzante inteso come macchina/funzionale" per danzare. Mezzo/corporeo che -alleggerito della zavorra della tecnica- entra in automatismo e diviene materia/plastica/danzabile... pronta a raccontare il silenzio dei millenni.
Il periodo
Agosto - Settembre
Promozione e Promotori
Il progetto è realizzato da: hormiaiteatro, il teatro di Limosa ed in collaborazione con l’Accademia Nazionale di Danza di Roma. Parteners istituzionali: Sovrintendenza ai beni archeologici del Lazio, Parco regionale Riviera d’Ulisse.
Tipologia vacanza-studio (gruppi di 8 persone) | sistemazione in camere doppie e quadruple
Ospitalità 7 giorni (6 notti) nella casa-teatro di Limosa
Quando agosto-settembre
Comprende studio + pernottamento + colazione\pranzo\cena
Non-comprende escursioni
Costo €.390,00 (a persona, tutto compreso, escluse eventuali commissioni)
Info hormiaiteatromail.com | 339.3679869
Docenze
Simonetta Secci (Cagliari, 1959)
Studi classici, consegue Diploma di Perfezionamento-ramo insegnanti
(oggi Laurea di II livello nelle Arti Coreutiche) nel '81.
E' docente di Tecnica Accademica (Danza Classica ), Fisiotecnica della Danza, Tecniche di Supporto alla Danza presso l'Accademia Nazionale di Danza (Istituto di Alta Formazione Universitaria) di Roma.
Dal '78 al '87 svolge attività di danzatrice in vari teatri italiani, tra cui: Arena di Verona ("Schiaccianoci" con C.Fracci), Festival dei Due Mondi di Spoleto, Teatro Ponchielli di Cremona ("Don Chichotte"), Teatro Coccia di Novara ("Coppelia"), Teatro Greco Romano di Taormina ("Gala di Danza") e all'estero (Stoccolma,Vienna). Aggiornamenti e studio la vedono sovente a S.Pietroburgo, Nancy, Londra, Cannes, Parigi, New York.
Svolge attivita' di ricerca sui principi della "meccanica-funzionale " del corpo-danzatore/danzatrice, impiegando un approccio "ar-Cheologico" (la ricerca di "un' arché" nel lavoro del corpo/danzante inteso come "macchina/funzionale" per danzare).
Frequenta corsi di bioenergetica, fisiodanza, danzaterapia in Italia e all'estero. E' istruttore Gyrotonic Expansion Sistem e conduce seminari e masters presso Scuole di formazione.
Enrico Forte (Formia, 1957)
Regista teatrale. Negli anni ‘70 ha seguito la ricerca teatrale di alcuni esponenti del cosiddetto terzo teatro; in particolare, di E. Barba, Pontedera Teatro, Teatro Potlach, Teatro Tascabile: esperienza che considera alla base della propria formazione teatrale. Nel ’89 rifonda il ‘collettivo teatrale B. Brecht’.
Ha svolto attività teatrale per conto di vari enti ed istituzioni, collaborando a progetti teatrali specifici (Fondazione Gramsci, Sovrintendenza archeologica del Lazio, Teatro di Roma, Regione Lazio, Università degli Studi di Cassino, Università di Kyongbuk-Corea, Accademia delle Forme Sceniche Orientali).
Ha realizzato spettacoli teatrali (da H. Melville, A. Gramsci, M. Yourcenar, B. Brecht, C. Claudel, S. Beckett) ed eventi particolari con il progetto Mouseion.
Nel 1991 fonda il centro per la ricerca teatrale hormiaiteatro e nel 2003 la casa-teatro di Limosa.
Anche in discontinuità con le esperienze precedenti, il suo lavoro è attualmente finalizzato alla ricerca delle necessità e motivazioni comuni del teatro, della danza e delle arti visive, in direzione di un' unità poetica. Parte di esso è rivolta alla definizione di un Teatro come luogo, indirizzata cioè ad un rapporto con i luoghi di particolare interesse storico, archeologico e naturalistico, con interventi fuori dalle strutture teatrali tradizionali.
Bibliografia: Raimondo Guarino (a cura di), Teatro dei luoghi, Gatd, 1998; Enrico Forte, Luoghi del teatro, teatro dei luoghi, ivi; Aa.Vv., Maranola città invisibile, hormiaiteatro, Formia, 1994.